APPUNTI SUL WRITING

Appunti sul writing

Il writing, anche detto (secondo alcuni impropriamente) graffitismo, è una manifestazione sociale, culturale e artistica diffusa in tutto il pianeta, basata sull'espressione della propria creatività tramite interventi sul tessuto urbano. Correlata ad essa, sono gli atti dello scrivere il proprio nome d'arte (tag) diffondendolo come fosse un logo. Il fenomeno viene spesso associato ad atti di vandalismo, poiché numerosi adepti utilizzano come supporti espressivi mezzi pubblici o edifici di interesse storico e artistico.

Origini del Graffiti Writing

Il fenomeno dei graffiti, che nasce a New York negli anni ‘70, è una pratica pittorica-artistica che rende perfettamente l’equazione arte-vita. Con la pratica del graffitismo si realizza un’ ibridazione fra modalità comunicative e realtà metropolitana: le scritte lasciate sulla metropolitana, sui vagoni ferroviari e sui muri della città contribuiscono a creare microrealtà suburbane, che vivono associate all’esistenza delle architetture metropolitane o dei veicoli della società di massa. I graffiti lasciano un’impronta nel camminare distratto degli individui che vivono la loro quotidianità attraverso le strade, i treni, i muri della propria città. Sono l’esemplificazione della creatività e dell’identità libera che viaggia.

L’identità dell’ autore di graffiti non si fonda sul suo vero nome, ma sullo pseudonimo che ognuno si crea e sviluppa per concentrarvi le qualità di base del suo comportamento e del suo stile di vita. Tale pseudonimo riesce a rappresentare l’identità attraverso un segno che gli rende più facile trovare riscontro. Scrivere una tag o realizzare un pezzo sul treno significa lanciare la propria identità in giro per la città, con la consapevolezza che gli altri risponderanno mostrando solidarietà o differenza. E’ una forma espressiva che va al di là del concetto di arte stessa: i writers purosangue non scrivono sui muri per essere artisti e non sono collocabili in alcun mercato, né le loro opere sono mercificabili. Il fenomeno delle gallerie è in origine estraneo all’attività dei writers, che agiscono nei non-luoghi delle loro città, all’interno di un circuito di relazioni collettive e secondo uno stile di vita oppositivo che non ha nulla a che vedere con il tradizionale Sistema dell’Arte. Le loro scritte hanno un significato che si fonde con la loro vita quotidiana e sono un veicolo per instaurare aggregazioni sociali spontanee e reti di rapporti fra individui appartenenti alla stessa tribù.

Con le prime repressioni e le campagne contro il writing, con la pulitura sempre più sistematica delle carrozze della metro, l’introduzione di taglie sui writers, la costruzione di recinzioni dei depositi della metro (luoghi preferiti per l'azione) con pattuglie cinofile lungo le recinzioni, il fenomeno si trasferisce sempre più dai treni ai muri della città. Acquisisce così staticità, e in parte si snatura perdendo la peculiarità inizialmente imprescindibile quale quella del viaggiare e spostarsi all’interno del tessuto urbano.

Questo però ha portato all'evoluzione ed al miglioramento qualitativo del fenomeno, e un consecutivo e sempre maggiore ampliamento.

Nei primi anni ottanta, anche grazie alla realizzazione di Style Wars (documentario sui graffiti della metropolitana newyorchese) e del film Wild Style, il fenomeno graffiti si diffuse su scala mondiale, trovando in Europa un fertile terreno.

In Italia, il fenomeno si è sviluppato in due ondate: la prima tra il 1986 ed il 1995, la seconda arriva fino ad oggi, con il raggiungimento, da parte dei novizi del 1995, di una certa maturità stilistica.

Nessun commento:

Posta un commento